Ricordo di un protagonista: Tullio Catalano

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Ricordo di un protagonista: Tullio Catalano


Gli incontri della vita, non sai mai come avvengono e come si sviluppano......

A volte accade di avere facilità di incontrare persone con cui poi é difficile intendersi,
per ragioni che possono essere ideologiche e altre volte per un carattere estremamente
difficile. La possibilità di avere un' intesa dipende spesso da cose futili e banali così come
é accaduto a Tullio Catalano. Lo conobbi a Pineto, ad un seminario sulla tecnica
dell' "Affresco", ma sapevo benissimo che era un pittore, un critico d' arte, cosa che facilitò
subito a diventare amici. Diversi interessi ci accomunavano; ma la cosa che ci coinvolgeva di
più, forse, all' insaputa di noi stessi, era la purezza dei nostri discorsi, su argomenti vari,
sull' uomo e sul suo modo di essere, questi erano i principali argomenti dei nostri incontri.

Fra i pittori Catalano é probabilmente colui con cui ho dialogato di più. Era molto colto,
sia dal punto di vista pittorico, che storico, aveva ampi interessi culturali e una grande
apertura verso ciò che accadeva di nuovo.

Era uno dei pochi con cui si poteva parlare di tutto. Nell' ultimo periodo, viveva in modo
appartato solo e con pochi amici.
La malattia l' aveva consumato fisicamente, faceva sempre più fatica a parlare, si stancava
facilmente, si concedeva solo piccole passeggiate nel giardino dell' amica Anna, ma la sua
mente era sempre vigile ed attenta ad intuizioni che poi trasmetteva agli amici più cari.
Mentre sto scrivendo mi sovvengono molti flash di episodi che ho trascorso con lui, a volte
ilari ed umoristici e altri più intimi e personali.

Ricordo quel giorno in cui andammo in banca per cambiare un assegno: eravamo vestiti
in modo trasandato, io, con capelli lunghi, Tullio, barba lunga e capelli arruffati, avevamo
un brutto aspetto e fummo scambiati per loschi individui, poi tutto finì per il meglio, tra
risate di tutti i presenti e compiacimento per l' accaduto.

Tanti i momenti e gli episodi che potrei citare, ma discretamente prediligo stare in silenzio
con le sue confessioni di un uomo solo e abbandonato al proprio destino, un uomo che sa
che la meta é ormai prossima.
Tristezza dell' ultimo abbraccio, grande solitudine, affetti mancanti,silenzio marmoreo di un
ospedale, parole vacanti senza senso nel fondo dell' animo, ricerca affannosa dell' ultimo
filo di speranza......

Ormai, preparato per un finale beffardo e ineluttabile voltò lo sguardo sereno e rassegnato,
si dileguò nel nulla.......


Grazie, Tullio, della stima e della fiducia che hai riposto in me e di poter conservare il segreto
di ultimi momenti della tua travagliata vita.



Gianni Valentini


febbraio 2000


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diario di guerra 1

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gianni valentini

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GIANNI VALENTINI TRASALIMENTI 2002

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PARTICOLARE DELL'ULTIMA CENA

TRASALIMENTI 2002
MONTONE "TRA IL SOLE E LA LUNA"

GIANNI VALENTINI SCULTURA

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ALA
SCULTARA IN ACCIAIO INOX
4,5 X 2 mt

REALIZZATA CON MARCO CANTORE E CRISTIAN ORTOLANI

TRASALIMENTI MONTONE 2002 TRA IL SOLE E LA LUNA

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GIANNI VALENTINI CON CRISTIAN ORTOLANI E MARCO CANTORE
DAVANTI ALLA SUA INSTALLAZIONE "L'ULTIMA CENA"

INSTALLAZIONE

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GIANNI VALENTINI SHARJAH ART MUSEUM

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TRASALIMENTI 2007

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GIANNI VALENTINI

Si vede subito dalle sue opere multimediali che Gianni Valentini è un artista di forte temperamento . La sua ricerca espressiva comunica infatti attraverso impulsi di emotività , battiti di energia, tensioni inconsce . Una pittura sensuale , tattile , viscerale che esalta appunto l' ineluttabile mistero della vita .

La sua mostra personale nel milanese “ SPAZIO PESTALOZZI “ (dicembre '99) non ha fatto che confermarlo.

Come gli artisti d' oggi (è l'affinità e il senso di rinnovare ciò che accomuna sempre i nuovi artisti) , anche Valentini si muove all'interno di uno dei sistemi di valori dell'avanguardia: sistema che ha nella problematica della materia (sentita come un linguaggio) e della signicità due nuclei estetici convergenti. Tutto nell'ambito di una poetica esistenziale , figlia del labirinto dell'inconscio.

Valori che, d'altra parte, l'Informale aveva messo in risalto allora.

Sappiamo che “Vivere un esperienza estetica ”non è soltanto – per l'artista – vivere l'atto di creare ma costituisce, in modo parallelo, vivere “il protagonismo dell'evento” .

È il caso di Valentini.

L'artista è infatti immerso in questa rivelazione . Accumulazioni di materiali, asimmetrie tensionali, incontri-scontri fra gestualismi segnici e battiti di matericità oppure, talvolta, immagini nate di colpo fra l'ascetismo del bianco (i “Dipinti bianchi”)e un pregnante azzurro-blu.

Ho sempre pensato che la continuità del lavoro “apra tutte le porte” . In alcuni dei recenti dipinti esposti qui possiamo verificare appunto che Valentini si è conquistato altre dimensioni espressive .

Sono opere più problematizzanti , più aperte a nuove possibilità comunicative . In esse la struttura comincia ad organizzare la visione . Gli identificanti di certi segni (le “x” e gli “zero”) tendono ora ad enuclearsi in un “Alfabeto emotivo” . Gli strati di diversi materiali si sovrappongono come se fossero “misteriose pagine di un Libro della vita” la gestualità materica e i segni trovano un nuovo equilibrio. Il colore è ridotto all'essenziale . È chiaro che la ricerca linguistica di Valentini è un “work in progres” . Dunque la sua espansione continuerà. È ciò che fa ogni vero artista .


PEDRO FIORI

Milano gennaio 2000

L'INVITO

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REGIA di Pierluigi Terio
ROMA NOVEMBRE 2003
FABIO MAURI GABRIELE DI PIETRO GIANNI VALENTINI
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Caro Padre

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Caro padre
Mi è stato chiesto di scrivere qualcosa sul tuo conto e sulla “tua” arte
per questo catalogo, per una volta sarò io a “giudicarti” e a dire cosa
penso di te e delle tue opere.
Sappiamo e conosciamo i nostri comuni sentimenti ed uno dei più
importanti è l’amore per l’arte.
Io ho avuto questo dono da te e te ne sarò grato per tutta la mia vita.
Sin da quando ero bambino venivo nel tuo studio e rimanevo estasiato
dai profumi dei colori, i rumori e dai discorsi che facevi e sicuramente
hanno segnato la mia esistenza di fanciullo, in ogni tuo quadro
è rimasto un momento della mia adolescenza, in ogni simbolo e
in ogni segno è rimasto qualcosa di quei momenti innocenti e spensierati,
conscio però che in ogni segno e in ogni gesto che facevi
c’era un significato, che ti poteva legare a un tuo ricordo o ad una
tua esperienza o a un tuo pensiero o al mondo celeste.
Così come nelle tue installazioni dove cercavi di dialogare con
madre natura (il vento, la pioggia, il sole) per aver un contatto con il
mondo divino, lanciando messaggi e donando sensazioni particolari
agli osservatori.
In questi anni ho capito (e sono rimasto molto deluso) che nel
mondo dell’arte non emergono, le personalità e le genialità eccellenti
ma gli “uomini” che sanno muoversi nella politica e negli affari
dando così, non piu un valore elevato e divino ma un valore prettamente
affaristico e legato al dio denaro.
Conosco bene le tue potenzialità e il tuo valore, ma ti voglio dare un
consiglio: continua per la tua strada e continua a credere nei tuoi
valori e nei tuoi ideali che ti doneranno nuove soddisfazioni e non ti
tradiranno mai. Ciao tuo figlio Enrico.